Dott. Roberto Genovese - Psicologo e Psicoterapeuta | Iscritto all'Albo Nazionale Psicologi | Sez. A O.P.R.S. n° 5892 |

Dott. Roberto Genovese

L'approccio Centrato sulla Persona e Psicoterapia Centrata sul Cliente

2024-09-12 21:49

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L'approccio Centrato sulla Persona e Psicoterapia Centrata sul Cliente

L’Approccio Centrato sulla Persona di Carl Rogers e il processo di sviluppo in Psicoterapia.

L’Approccio Centrato sulla Persona si è sviluppato negli Stati Uniti a partire dagli anni ’40 grazie all’opera di Carl Rogers (una prima formulazione delle sue idee è stata pubblicata nel 1942 in Counseling e Psychotherapy) e si è progressivamente affermato in tutto il mondo come uno degli approcci psicoterapeutici predominanti nel panorama umanistico-esistenziale. Rogers fu uno dei primi studiosi a cimentarsi nella ricerca sull’efficacia della psicoterapia e alla sua opera si devono le prime registrazioni su nastro e le relative trascrizioni di un colloquio clinico. Per la prima volta, il paziente e la sua storia potevano essere raccontati, non attraverso il processo ermeneutico del clinico, bensì attraverso le stesse parole del paziente. L’obiettivo era quello di ridurre le deformazioni interpretative derivate dai costrutti teorici del professionista. Le ipotesi, in tale quadro, erano esplicitamente formulate in modo provvisorio e, come sottolineava lo stesso Rogers, “vengono mantenute fino a quando ricerche più esaurienti potranno meglio precisarle” (Rogers, 1951). La terapia centrata sul cliente (TCC) deriva da tali ipotesi, convogliate in una struttura concettuale ben definita.


Secondo tali studi, l’efficacia della psicoterapia è riconducibile al clima relazionale che il professionista della salute mentale riesce a instaurare con il suo paziente. Questo, nella concezione di Rogers, assume la denominazione di “cliente” in quanto ne viene riconosciuto il ruolo centrale nel processo di co-costruzione della propria esperienza terapeutica.


Le condizioni che favoriscono l’instaurarsi di una buona alleanza terapeutica riguardano gli atteggiamenti e i comportamenti del terapeuta all’interno della relazione. La visione della natura umana influenza l’atteggiamento nei confronti del cliente. In particolare, nella concezione rogersiana, il cliente è degno di fiducia e il riconoscimento incondizionato dei valori, dei sentimenti e dei principi personali espressi da quest’ultimo, contribuisce ad improntare l’atteggiamento e il comportamento del terapeuta all’interno della relazione. Il terapeuta centrato sul cliente, infatti, crede fermamente che il cliente abbia la capacità innata di scegliere direzioni costruttive nella sua vita (e quindi in terapia). 


Tale ipotesi si fonda sulla convinzione che il cliente sia il migliore "esperto" di sé stesso (Sulprizio, G. 2009). Il clima relazionale che si sviluppa secondo queste condizioni favorisce la crescita e la maturazione del cliente che, in accordo con la visione della natura umana proposta da Rogers, possiede una tendenza innata ad attualizzarsi. Tale spinta intrinseca, denominata “tendenza attualizzante”, progredisce in direzione della realizzazione delle proprie potenzialità, tenuto conto delle circostanze ambientali, comprese quella della relazione di aiuto. Compito del terapeuta è quello di creare e mantenere le condizioni necessarie e sufficienti a facilitare il processo del cliente al fine di promuoverne il processo sviluppo e la capacità di empowerment.


Rogers, al fine di evitare incertezze e fraintendimenti, sistematizza in termini rigorosi e sintetici le sei condizioni che, all’interno della relazione terapeutica, sono considerate fondamentali per il buon esito del processo di modificazione della personalità (Rogers, 1957).


1) Due persone sono in contatto psicologico.


2) La prima, il cliente, è in uno stato di incongruenza, di vulnerabilità o di ansia.


3) La seconda persona, il terapeuta, è in uno stato di congruenza: è cioè, nella relazione, liberamente e profondamente sé stesso.


4) Il terapeuta prova dei sentimenti di considerazione positiva incondizionata nei confronti del cliente.


5) Il terapeuta prova una comprensione empatica del sistema di rifermento interno del cliente e si sforza di comunicare al cliente questa esperienza.


6) Si verifica una comunicazione, almeno parziale, della comprensione empatica e della considerazione positiva incondizionata del terapeuta per il cliente.




Il processo di sviluppo del Sé nella Psicoterapia Centrata sul Cliente


Diversi anni prima della pubblicazione dell’articolo relativo alle condizioni necessarie e sufficienti, il concetto di Sé assume un ruolo centrale nella descrizione del processo psicoterapeutico (Rogers, 1951; Rogers & Kinget, 1966). Il Sé, nella persona in stato di vulnerabilità, appare rigido e immodificabile. Esso è il risultato di un processo di distorsione che si contrappone al libero fluire dell’esperienza. Nel corso dello sviluppo, al fine di preservare la relazione con le proprie figure di accudimento, la persona è indotta ad accettare valori provenienti dall’esterno come se originassero dalla propria esperienza. La rigidità con la quale vengono mantenuti questi valori ha lo scopo di mantenere inalterato e immodificabile il concetto di Sé.


Nel corso della terapia il cliente, sperimentando la comprensione empatica e la considerazione positiva incondizionata da parte del terapeuta, diventa maggiormente disponibile ad accettare sé stesso così com’è, qualunque sia il sentimento provato o il modo di esprimerlo. In tale contesto, comincia ad acquisire una maggiore capacità di riconoscere e integrare aspetti della sua esperienza attuale, in precedenza non riconosciuti o distorti, in un concetto di sé nuovo e più ampio; il cliente è più disponibile a riconfigurare i propri costrutti personali in termini di provvisorietà e progredisce verso il “pieno funzionamento” (Rogers, 1961).


Il processo di modificazione e di sviluppo della personalità è concepito come un continuum che dal funzionamento psicologico rigido e statico si muove in direzione di un funzionamento fluido e dinamicamente mutevole. La rappresentazione grafica di tale processo non è lineare, considerato che comprende diverse componenti. L’espressione grafica che più si avvicina alla descrizione del processo può essere rappresentata con delle linee convergenti, separate all’inizio, ma progressivamente meno distinguibili nel corso dello sviluppo del processo. Rogers, a tal proposito, utilizza la seguente analogia:


Si vede una corrente che ha origine da varie sorgenti separate. Se pensiamo che questi rivoli iniziali si siano completamente gelati, avremo il massimo di fissità nel processo, l’estremo di staticità del continuum. Ma se pensiamo che il soggetto venga accolto in modo caloroso, così com’è, si mostreranno i primi sintomi di disgelo, di modificazione. [...] se il clima psicologico continua a essere favorevole, i rivoli separati confluiscono sempre più fra loro sino a diventare, ad un certo punto una corrente unica in cui il contributo dei diversi affluenti non si può distinguere con precisione, sebbene sia incontestabilmente presente” (Rogers, 1959)


Tuttavia, lo stesso Rogers sottolinea come avvenga molto raramente che un cliente parta dal primo stadio e giunga fino al settimo. Il processo della terapia, dunque, deve essere apprezzato nell’evoluzione progressiva che il cliente sarà comunque in grado di raggiungere, tenuto conto sia del livello di maturazione al momento dell’avvio del percorso terapeutico, sia dei fattori temperamentali geneticamente determinati.



BIBLIOGRAFIA



Rogers, C. R., & Carmichael, L. (1942). Counseling and psychotherapy: Newer concepts in practice. Houghton Mifflin,


Rogers, C. R. (1951). Client-centered therapy: Its current practice, implications, and theory, with chapters. Oxford, United Kingdom: Houghton Mifflin.


Sulprizio, G., (2009) Un caso clinico nella prospettiva della terapia centrata sul cliente (TCC), Psychomed. Rivista telematica di psicoterapia, medicina psicosociale, psicologia della salute e preventiva, Giugno 2009 


Rogers, C. (1957) “The necessary and sufficient conditions of therapeutic personality change”; Journal of Consulting Psychology, 21, 95-103.


Rogers, C.R., Kinget M., (1966). Psychothérapie et relations humaines: Théorie et pratique de la thérapie nondirective. Publications universitaires. Trad.it. Psicoterapia e relazioni umane, teoria e pratica della terapia non direttiva, Bollati Boringhieri, Torino 1970


Rogers, C. R. (1961). On becoming a person: a therapist's point of view of psychotherapy. London 


Rogers, C.R. (1959). “A tentative scale for the measurement of process in psychotherapy”. In A. Rubinstein e M.B. Morris (Eds.), Research in Psychotherapy, American Psychological Association, Washington, pp. 96-107, 1959.  



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